Stare in equilibrio sulle nostre gambe è qualcosa che diamo piuttosto per scontato. Ci alziamo la mattina, posiamo i piedi a terra, sulle mattonelle fredde, ci ergiamo e cominciamo la nostra giornata.
Quel piccolo gesto, attraverso cui solleviamo i glutei dalle candide e calde lenzuola del materasso per alzarci in piedi e camminare, non ha più alcuna importanza per noi: è qualcosa di puramente meccanico.
Eppure ci può capitare quotidianamente di perdere l’equilibrio. Mentre scendiamo i gradini di una scala o camminiamo sui tacchi, se ci sbilanciamo troppo a guardare i pesci nuotare nell’acqua di un lago o mentre saltiamo un ostacolo durante una giornata di trekking in montagna.
Perdiamo l’equilibrio molte più volte di quelle che pensiamo nella vita di tutti i giorni: quando ci arrabbiamo, quando siamo gelosi o invidiosi, quando ci disperiamo e non sappiamo più qual è la via che dovremmo seguire. Tutte le volte che cadiamo abbiamo perso l’equilibrio da qualche parte.
Nello yoga, in particolare nell’Odaka Yoga, essere in equilibrio significa essere centrati nel proprio tanden, un punto energetico che si trova tra il secondo e il terzo chakra, tre dita sotto l’ombelico, tre dita in profondità.
Non è qualcosa di fisico, ma qualcosa di energetico, una non-azione. Il tanden è il centro della forza interiore, dell’immobilità della propria mente.
Essere in equilibrio è cessare l’azione della nostra mente.
Per farlo, nello yoga, si praticano le posizioni di equilibrio che, insieme a tutte le altre asana, hanno lo scopo di ricongiungerci al nostro centro per trovare stabilità.
E’ un gioco. Non è importante quanto riuscirete a stare in piedi, ma quanto saprete adattarvi alla continua e costante perdita di equilibrio che non caratterizza solo voi e il vostro tappetino, ma anche e soprattutto voi e la vostra vita, quella fuori dal pavimento in linoleum dello studio dove praticate due volte alla settimana.
Per prepararci alle posizioni di equilibrio lavoriamo sul core, lo attiviamo, e – in Odaka Yoga – lo facciamo con il movimento di roller.
Il core e il movimento di roller
Il core è il nostro centro fisico, l’azione, la muscolatura che circonda il nostro baricentro e che deve essere attivata.
Vi assicuro che non sono necessari addominali da campo di addestramento: potete avere anche una tartaruga centenaria sull’addome, ma se non l’attiverete servirà a ben poco.
Attivare il core è fondamentale nelle asana di equilibrio, sia che siate in piedi che sulle mani.
Sentite i vostri retti addominali contrarsi e spingeteli verso il pavimento pelvico: in questo modo attiverete tutta parte bassa dell’addome e la muscolatura che si connette alle anche, in modo particolare i pelvi e lo psoas, la cui stabilità è importantissima nelle pose di equilibrio.
Pensate a questa attivazione, tutte le volte che volete raggiungere una posa di equilibrio: non pensate all’asana finale, a quando avrete una gamba distesa al cielo e sembrerete una ballerina o un ballerino che fluttuano nell’aria.
Vivete ogni momento che vi conduce alla vostra posa e quando state passando dal vostro centro (core), concentratevi e pensate attentamente ad attivarlo.
Oltre a questa focalizzazione molto importante, nell’Odaka Yoga utilizziamo il movimento di roller. E’ un movimento che ci riconduce alle onde del mare, che si basa sui movimenti del coccige e che ci permette di attivare tutto il nostro core, i tensori di fascia e gli adduttori.
E’ il movimento naturale che facciamo quando camminiamo, ma di cui ci siamo completamente dimenticati. E’ come formare una specie di U con le creste iliache, muovendo la punta del coccige da una parte all’altra. Mentre la punta del coccige scivola a sinistra e leggermente in alto, la cresta iliaca destra viene spinta leggermente in alto e in avanti: sentirete la naturale sensazione di sollevare il piede destro. Lo stesso discorso vale per la parte opposta: mentre la punta del coccige scivola a destra e leggermente in avanti, la cresta iliaca sinistra si solleva . Sentirete tutta la muscolatura del core attivarsi: il vostro baricentro è presente e attivo.

Equilibrio e yoga: come prepararsi
Praticate le asana di equilibrio dopo aver stirato per bene i vostri bicipiti femorali. E’ importante che a stirarsi sia il centro del muscolo e non le sue estremità.
Per fare in modo che questo avvenga potete praticare Parsvottasana, la posa dello stiramento intenso nella variante con l’avampiede della gamba anteriore sollevato dal tappetino. Anche la posizione del cane a faccia in giù è molto utile per allungare i bicipiti femorali.
Le pose di equilibrio, in Odaka Yoga, si svolgono generalmente dopo il Ki flow, una sequenza ininterrotta di asana eseguite in modo fluido e armonioso, in continuità. Questa fluidità che sembra non volersi interrompere mai calma e stabilizza la mente, in modo tale che lo yogi possa stare in equilibrio senza particolari sforzi, né fisici, né mentali.
Fondamentale, nella maggiorparte delle posizioni di equilibrio, effettuare l’introrotazione della gamba che svolge l’azione (quella che sta sospesa per aria, sollevata di fianco o all’indietro).
Il piede destro si solleva da terra e il ginocchio si sposta verso il centro, quasi a toccare l’altro ginocchio. La coscia si avvicina all’addome e la gamba crea un vero e proprio semicerchio per poi aprirsi a destra. Questo movimento circolare permette un nuovo posizionamento della testa del femore e fa sì che l’anca si apra con maggiore facilità.
Questo vale sia per posizioni come quella dell’albero che per posizioni come Garudasana, laddove l’introrotazione facilita di molto l’incrocio degli arti inferiori.
Equilibrio e yoga: le posizioni
Una volta che avrete attivato il vostro core con il movimento di roller potrete passare da una posizione di equilibrio all’altra mantenendo un buon grado di stabilità.
Prima di allungarvi, estendervi all’indietro, a destra o a sinistra, ripassate per il centro, ricompattatevi per poi estendervi nuovamente. Come fa il cuore che con il suo ritmo incessante si comprime per poi aprirsi innumerevoli volte. Praticate al ritmo del vostro cuore.
Shiva Dance
E’ la posizione di equilibrio più importante nell’Odaka Yoga perchè permette di attivare in modo facile e automatico il vostro core per passare poi ad asana successive. Attraverso il movimento di roller sollevate la gamba destra, intraruotate la testa del femore facendo passare la gamba stessa dal centro per poi aprire l’anca verso l’esterno come se creaste un semi cerchio: questo movimento circolare vi permetterà di aprire meglio l’anca e di portare il ginocchio maggiormente sollevato da terra. Le mani, prima compatte nel tanden, seguono il movimento e si estendono all’esterno.

Vrksasana, la posa dell’albero
Sfruttate l’introrotazione della testa del femore per aprire maggiormente l’anca del gamba sollevata da terra. Se avete attivato il core non avrete problemi a restare in equilibrio.
Nataraja, la posa del danzatore
Il tallone e pollice del piede sollevato devono restare attivi e il movimento svolgersi molto lentamente. Questo permetterà alla vostra mente di contrarsi sul viaggio, senza pensare a raggiungere la posizione finale
Garudasana, la posa dell’acquila
In questa asana l’introrotazione della testa dei femori permette alla gamba che si solleva per incrociarsi sull’altra si acquisire maggiore flessibilità: questo significa che sarà più semplice per voi far aderire il collo del piede della gamba sollevata al polpaccio della gamba su cui vi poggiate, senza perdervi in peripezie come è capitato a me le prime volte 🙂
Ardha Chandrasana, la posa della mezzaluna
In questa posa è importante che la gamba sollevata da terra non ruoti troppo all’esterno, ma si mantenga dritta, il più possibile in linea con il torace. Per capirlo vi sarà sufficiente osservare il piede della gamba sollevata: se le dita si rivolgono verso l’esterno vuol dire la testa del femore è andata un po’ per i fatti suoi. In Odaka Yoga, però, anche a questo c’è rimedio. Sollevate da terra la gamba che intendete portare al cielo e invece di sollevarla in linea retta, fatela passare per il centro: fate in modo che le ginocchia si sfiorino mentre create un semicerchio per poi distendere l’arto verso il soffitto. Questo movimento circolare agisce sulla testa del femore e fa in modo che la gamba non ruoti troppo all’esterno.
Utthita Hasta Padangustasana, la posa della mano verso il piede
Parivrtta Hasta Padangustasana, la posa della mano verso il piede inversa
Hasta Padangustasana, la posa della mano verso il piede
Navasana, la posa della barca
E’ una delle posizioni più indicate per rafforzare il core e quindi tutta la muscolatura addominale. Non dimenticatevi di tenere i talloni attivi, anziché le punte dei piedi. Se riuscite, tenete le gambe tese e portatele il più possibile verso il busto senza sbilanciarvi all’indietro. Guardate un punto fisso: il quadro appeso alla parete o il vaso di fiori proprio di fronte a voi. Mantenere l’equilibrio vi sembrerà subito più semplice
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