Non avevo mai considerato la mia colonna vertebrale come qualcosa di veramente esistente, prima dello yoga. Tutti quei dischi bitorzoluti uno sopra l’altro, come una pila di libri impolverati.
Erano una colonna per tenermi in piedi, che mi diversificava dai cagnolini che scorrazzavano in giardino e che per natura vivono la loro vita in orizzontale.
Verticale e orizzontale: non mi ero mai posta particolari quesiti riguardo a questo punto. Ma se ci pensate bene, è proprio da questo concetto che dipende la nostra evoluzione. E il buon vecchio Australopithecus lo sa bene.
Solo che i libri di storia delle superiori non mi avevano mai fatto riflettere sull’importanza della colonna vertebrale quanto lo yoga. Non solo per i dolori lancinanti che avevo dopo giornate intere davanti al pc – sia chiaro (e che lo yoga mi ha risolto).
Tutta quella storia sull’Australopithecus e sulla colonna vertebrale erano per lo più pagine rilegate da sapere a memoria per l’interrogazione, niente di più.
L’importanza della colonna vertebrale
Roberto, il mio maestro di Odaka Yoga, un giorno mi ha detto:
«Lo sai che l’età di una persona non si misura in anni, ma dalla flessibilità della sua colonna vertebrale?»
Devo aver inarcato un po’ il sopracciglio perchè lui mi ha sorriso, probabilmente chiedendosi perchè per me fosse un concetto così astruso (ero alla seconda o terza lezione al massimo).
Proprio io, che ho sviluppato una così tanta propensione verso i piegamenti all’indietro e scendo giù nel cammello a toccare con le mani il pavimento, quasi come se volessi finire nella cucina della vicina di sotto.
Il segreto dello yoga è nella colonna vertebrale. Tutti i movimenti iniziano nell’area spinale ed è nella colonna vertebrale che si ricollegano tutti i nervi del nostro corpo.
Kundalini e l’energia vitale
Prima dello yoga, in più, non conoscevo l’esistenza di Kundalini. Quando ho sentito il suo nome per la prima volta, ho pensato che si trattasse di una danza propiziatoria, una di quelle che ancora si svolgono nelle tribù più antiche del pianeta per chiamare la pioggia e salvare le piantagioni di frumento.
La colonna vertebrale è quel canale (Sushumna) dove scorre Kundalini, l’energia dormiente, la forza vitale che ognuno di noi ha dentro di sé.
I testi sacri vogliono raffigurata questa energia come un serpente arrotolato 3 volte e mezza su stesso alla base della colonna vertebrale.
Le asana dello yoga e la meditazione la possono risvegliare, facendo si che questa scorra verso l’alto, lungo la colonna vertebrale e ci conduca all’unione con l’Universo attraverso il settimo chakra.
Il settimo chakra e il potere dell’immortalità
Ognuno di noi ha in sé qualcosa che lo spinge ad eccelere o a distinguersi in qualche campo, ad essere unico. Spesso alcune persone soddisfano questa pulsione in modo negativo. Questa spinta, però, fa parte dell’evoluzione: la ricerca dell’illuminazione, il tentativo di essere divini, pur rimanendo uomini.
E’ quella che ho sempre definito come ‘la chiamata’. E l’energia Kundalini sprona ognuno di noi verso l’illuminazione, l’unione, il ‘divino’ (attenzione, non sto parlando di religione!).
Ora, allontanatevi dal concetto di uno yoga puramente fisico e dal voler somigliare alle modelle di Instagram completamente senza cellulite (ahimè la cellulite è un grasso naturale, come mi dice sempre il mio compagno, e ho imparato ad accettarla e ad amarla).
Lo yoga è molto più di questo e chi lo inizia e pratica con coscienza non può non aver sentito questa ‘chiamata’. In caso contrario, non sta realmente facendo yoga, ma mero esercizio fisico.
La colonna vertebrale è il fulcro di questa ‘chiamata’. Imparate a considerarla come un altro ‘voi’. Un essere vivente a sé stante che vive nel vostro corpo un po’ come fanno alcuni animali in simbiosi. E alimentatela.
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Fatela esistere
Sentite il vostro respiro che l’allunga e la comprime mentre siete nella posizione seduta sul vostro tappetino (non è necessario che siate in loto se vi arreca qualche fastidio muscolare). Su e giù, su e giù. Su con l’inspiro e giù con l’espiro. Permettete allo spazio interno della colonna vertebrale di espandersi verticalmente.
Ma non solo. L’Odaka Yoga mi ha permesso di imparare alcuni movimenti che mai avrei pensato di fare alla mia colonna vertebrale (probabilmente si è stupita anche lei quando li abbiamo fatti la prima volta, ndr.).
Il movimento di ripple: allungamento in avanti mentre inspirate (sempre in posizione seduta) e risucchio dell’ombelico e arrotondamento della colonna vertebrale (zona lombare) mentre espirate. Le mani sono appoggiate alle ginocchia e guidano questo movimento per poi muoversi come se foste un’alga che si flette sul fondale marino.
Quando espirate portate le mani all’addome, al centro del vostro corpo, prendete l’energia e aprite riportando le mani all’altezza delle spalle. E poi di nuovo giù, verso il centro quando espirate e fuori, braccia ben aperte, quando inspirate.
Un movimento fluido che vi farà sentire come se poteste assumere qualsiasi forma, uno dei principi più importanti dell’Odaka Yoga.
Allo stesso tempo lasciatevi trasportare da un vortice che si crea dentro di voi. Cominciate a ruotare sull’asse della vostra colonna vertebrale. Allungatevi in avanti mentre inspirate e risalite risucchiando l’ombelico e inarcando leggermente la zona lombare della schiena, in un vortice senza fine che fa calare le vostre onde cerebrali.
Come un mulinello, lo stesso movimento che fa l’acqua quando togliete il tappo e svuotate la vasca da bagno.
La vedete quell’acqua che ruota su se stessa: provate a replicare quel movimento e ditemi cosa capita. Qualche muscolo vi farà ‘ciao ciao’ con la manina a dirvi: «Ehi, lo so che non mi hai mai considerato, ma ci sono anche io!»
Namastè 🙂
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