Kundalini: cos’è e come si pratica

Prima dello yoga non avevo mai sentito parlare del serpente Kundalini. Eppure c’è, esiste dentro di me. Così come esiste dentro ogni essere umano.

Pur non conoscendola l’avevo vista raffigurata in diverse forme. Pure in farmacia, quando andavo a prendere lo sciroppo per la bronchite. L’avete vista anche voi, solo che non ve ne siete accorti.

Il Caduceo di Mercurio, simbolo iconico del farmacista, ha la stessa valenza che nella tradizione orientale hanno il canale Sushumna che attraversa la colonna vertebrale e i due canali Ida e Pingala, attraverso cui il serpente Kundalini risale.

Pensateci, la simbologia mitologica ha dello straordinario, in effetti.

Kundalini: cos’è

Kundalini è la forza divina. E’ quell’energia dormiente che ognuno di noi ha e che ci spinge a cercare l’infinito, l’assoluto, l’illuminazione.

In poche parole Dio, qualsiasi sia il significato che vogliamo dare a questa parola.

Kundalini, in sanscrito significa «energia circolare». E’ una ‘forza’ di base insita nell’evoluzione individuale che scorre dentro ognuno di noi fin dalla nascita.

E’ un’energia latente, indisponibile per chi non raggiunge il Samadhi, lo stato di beatitudine più assoluto che si realizza con l’apertura del chakra della corona. Uno stato di non-coscienza, non-identificazione a cui ogni yogi dovrebbe ambire.

Kundalini è un serpente

Se ricordate i vecchi tomi di letteratura e mitologia delle superiori, ricorderete senza dubbio anche la figura del serpente, un simbolo che ha catturato l’attenzione degli uomini nei secoli.

E che compare in moltissimi miti e leggende dei nostri antenati.

Kundalini è il serpente arrotolato e volte e mezzo su stesso alla base della colonna vertebrale. E’ addormentato in attesa di essere risvegliato.

Di risalire lungo la colonna vertebrale, invadere tutti i chakra che si trovano sul suo cammino fino ad arrivare alla sommità del capo e collegarci in modo indissolubile con l’Universo.

Kundalini è nella nostra vita da sempre. E’ l’energia che ci scorre addosso quando la persona che amiamo entra in una stanza o quando ci mettiamo di fronte a un foglio di carta e scriviamo una poesia.

E questi sono gli aspetti ‘incontrollati’ di Kundalini.

L’uso di questa energia in modo consapevole, però, può portarci a una condizione letteralmente divina che poi si manifesta in tutti gli altri aspetti della nostra vita: la creazione, la salute fisica, le relazioni, la resilienza, l’intimità, il sesso.

Kundalini e sessualità

Kundalini è donna, è Shakti, la moglie di Shiva, l’aspetto femminile di ogni essere, quello più intuitivo e creativo.

Dopo aver risalito la colonna vertebrale, nel chakra della corona, si unisce con Shiva, la pura coscienza e la parte maschile di ogni essere umano.

Questa unione è lo scopo del Kundalini Yoga, la fusione e il divenire Assoluto con il tutto. Va da sé che questa fusione maschile e femminile ha ricadute importanti sulla sessualità.

Questo non significa che chi pratica yoga sia più bravo a letto di altri!

Nella mitologia hindi l’atto sessuale era considerato una vera e propria unione spirituale (Shakti – Shiva) ed è il motivo per cui esistono alcuni tratti del Kamasutra che parlano proprio di posizioni sessuali.

Il risveglio della sessualità attraverso Kundalini, però, non è qualcosa di puramente fisico, quanto piuttosto spirituale, di coscienza.

Il sesso, in questo caso, rappresenta un’energia latente di cui spesso ci vergognamo e priviamo, ma che invece ci rappresenta nella nostra totalità.

Non sempre riusciamo a liberarla, allo stesso modo è difficile liberare Kundalini. La sessualità diventa quindi un veicolo per il risveglio spirituale.

Kundalini: come si pratica

Come abbiamo detto Kundalini è un’energia dormiente, un potere residuo, ciò che rimane dell’energia che crea l’Universo. Essendo dormiente, fa sì che la nostra mente-coscienza sia rivolta all’esterno, attaccata ai sensi.

Ora, quando una persona si stanca della vita esterna, chiedendosi se c’è uno scopo superiore, allora abbiamo la prima occasione per il risveglio di Kundalini.

In realtà, il risveglio completo di Kundalini si ha quando il serpente si srotola dal Muladhara chakra ai mille petali di loto del Sahasrara chakra, sopra il capo.

E ci sono diversi modi affinché questo accada. Questi includono pranayama, asana, mudra, bhanda e così via.

Si tratta tuttavia di una pratica che deve essere appresa da un maestro specializzato. Il Gheranda Samita, uno dei testi classici dell’Hatha Yoga, descrive nel dettaglio tutte le operazioni per eseguire il Shakti Chalana Kriya, salvo poi raccomandare al praticante di svolgere questo ‘mudra’ solo sotto la guida di un maestro.

Per altre discipline il risveglio di Kundalini è puramente spirituale. Poiché siamo spirito incorporato in un corpo fisico, tutte le cellule del nostro corpo sono come parti di un ologramma, che contiene i ricordi di ciò che ci è successo.

Così accade che mentre le energie che sperano di trasformarci si muovono attraverso il corpo, quelle aree dove sono immagazzinate energia, dolore, memoria o contrazioni reagiranno.

Questo è ciò che sentiamo quando ci sono dolori, movimenti a scatti, calore, vibrazioni, vibrazioni, giunture e altri fenomeni durante e dopo l’insorgenza di una Kundalini.

4 risposte a “Kundalini: cos’è e come si pratica”

  1. […] stesso tempo, queste asana capovolte facilitano l’ascesa di Kundalini (la nostra energia dormiente alla base della colonna vertebrale) verso la sommità del […]

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  2. […] la coscienza, accendere la passione e aumentare la vitalità fisica attraverso l’accesso al Kundalini-shakti e l’integrazione del prana in tutto il […]

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  3. […] stimola Kundalini, portandovi a raggiungere quello che è il vero scopo dello yoga: l’unione con voi stessi, con […]

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  4. […] perfettamente al terreno e mantenere la schiena dritta, requisito fondamentale per permettere a Kundalini di risalire verso […]

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