Daniela Di Ciaccio l’ho conosciuta per via ‘virtuale’, un po’ come si conoscono la maggior parte delle persone al giorno d’oggi. Apri Facebook, l’algoritmo ti fa vedere le persone con cui hai più interessi in comune e fa il match in libero arbitrio. A volte funziona, altre volte no. Ma tanto vale tentare.
Daniela è una di queste persone. Il match Facebook l’ha fatto quando ero ancora giornalista e scrivevo di innovazione, di acceleratori d’impresa e di quanto il mondo fosse bello grazie alla tecnologia. Di quell’entusiasmo è rimasto ben poco, soprattutto se penso a bitcoin e microchip sottopelle. Un pregio alla creatura di Mark Zuckerberg, tuttavia, lo devo riconoscere: quello di tenere le persone in contatto, nonostante i cambiamenti.
Se ti viene in mente una persona, per qualsivoglia motivo, ti basta scorrere la lista di ‘Amici’ per ritrovarla, anche se si trova in qualche angolo angusto della Papua Nuova Guinea. Ed eccola lì Daniela, nelle sue posizioni di yoga, semplice e genuina. E’ stata lei a introdurmi all’Odaka Yoga, a dirmi: «Lasciati guidare dall’istinto. Sarà lo yoga a scegliere te». E così è stato.
Sulla sua spalla destra c’è un tatuaggio: una barca che raffigura le ali di una farfalla e lascia come scia il mantra So Ham (dal sanscrito “Io sono Colui che E’): «Mi ricorda che che se c’è qualcosa con cui devo necessariamente identificarmi, per me questa è la realtà ultima, il principio divino», mi racconta Daniela.
Lo yoga ti cambia e quando cambi lo yoga arriva, preponderante, come una ventata d’aria fresca in un giorno di primavera. All’inizio non sai come andrà, ma capisci che qualcosa in te è già cambiato, molto tempo prima di quel preciso istante. Anche per Daniela è andata così.
«Era il 2009 ed io ero una donna come tante che si vedono ai giorni nostri: super impegnata, sempre di fretta, molto orientata a dare, dimostrare, performare, controllare. Il mio lavoro da consulente mi portava spesso in giro, mi muovevo molto, parlavo molto, impiegavo molte energie per combattere stress e insoddisfazioni degli altri (in fondo era questo il mio lavoro di prima: aiutare gli altri a ritrovare il centro, non rimanere schiacciati dallo stress, fermarsi, ascoltarsi..) ed ero completamente incoerente, perché non applicavo su di me le cose che andavo a raccontare. Poi come spesso accade la vita è più saggia di noi e il nostro corpo è uno strumento meraviglioso per aumentare la consapevolezza (se solo riuscissimo ad osservarlo ed ascoltarlo di più!!), quindi ho iniziato a soffrire di insonnia ed ero spesso molto stanca. Una mia insegnante di aerobica mi ha suggerito di frequentare anche le sue lezioni di yoga ed è curioso perché all’inizio avevo una pessima opinione della disciplina. Mi piaceva ballare, muovermi.. che c’entravo io con l’immobilità e il silenzio con cui identificavo la pratica yoga? Beh.. ancora oggi sono molto grata a quell’insegnante perché è stato amore a prima vista. E lo Yoga ha cambiato tutto in me e della mia vita. Non è stato immediato, anche se da subito ho iniziato a percepire i benefici a livello fisico: dormivo meglio, aumentava la mia concentrazione, avevo più energia. Più praticavo, più entravo in contatto con me stessa e più mi veniva voglia di saperne di più. Così ho iniziato ad abbonarmi ad una rivista specializzata di Yoga, a frequentare i festival in Italia partecipando a workshop e seminari con insegnanti di tutto il mondo che mi hanno consentito di approfondirne tutti gli aspetti fino a spingermi nel 2015 ad andare in India a Rishikesh, per prendere la certificazione di 200h per l’insegnamento».
Alla fine Daniela ha portato lo yoga nella sua vita. E a servizio degli altri. Mi racconta che il percorso – non sempre facile e roseo – continua tutt’ora e che a gennaio 2019 andrà a Bali per altre 200h di teacher training intensivo di Kaivalya Raja Yoga. Daniela è un’insegnante di yoga, ma non solo. E se vi va di approfondire, ancora una volta vi verranno in soccorso i social, LinkedIn in particolare, dove potrete leggere che Daniela è anche una ricercatrice indipendente, autrice e divulgatrice in Italia della Scienza della Felicità, talent scout di Organizzazioni e Leader Positivi, co-founder di 2Bhappy Agency, un hub metodologico che ha l’obiettivo di realizzare il principio della felicità prima di tutto, per tutti. In coda tutti gli studi, da Sociologia del Lavoro a Roma a Intelligenza Emotiva.

Quello che è accaduto, però, è il cambiamento. Non solo da un punto di vista della flessibilità, di gambe alzate per aria e di ponti sollevati come contorsionisti.
«Durante questi anni i cambiamenti interiori della mia consapevolezza hanno prodotto cambiamenti anche della mia vita: sono diventata vegetariana, mi sono scollocata da un lavoro che non era più aderente al tipo di contributo che volevo dare, ho abbracciato le filosofie della sostenibilità, della riduzione dell’impronta ecologica quindi ho venduto la seconda auto, mi sono trasferita in un appartamento la metà del precedente, ho viaggiato in barca a vela per incontrare popoli e culture diverse da me, ho tagliato relazioni disfunzionali avendo chiarito i miei schemi di comportamento non efficaci, fino a decidere di fondare una società con una mia cara amica ed ex-collega tutta nostra, con un purpose aderente al mio nuovo stadio di consapevolezza: siamo UNO e poiché la felicità è il nostro stato naturale io voglio che sia un diritto di tutti. E tutto ciò che ho realizzato e continuo a fare non solo è profondamente yogico ma è ogni giorno illuminato dai principi dello yoga».
Per Daniela lo yoga è quanto divulgato da da Patanjali, quindi l’intero sistema fatto di regole, principi, valori, etica, condotta di vita e pratiche spirituali (yama, nyama, pranayama, pratyahara, dharana, dhyana, samadhi) oltre che fisiche.
«Come pratica di asana mi piace variare ed integrare anche nei miei workshop gli stili che consentono creatività, auto-osservazione e aumento della consapevolezza delle reazioni corpo-mente, sviluppo della presenza nel momento e che riducono la possibilità di reiterare meccanismi automatici – di cui siamo già pieni inconsapevolmente nei nostri comportamenti fuori dal tappetino: quindi vinyasa, yin yoga, hatha, ma c’è anche pranayama, divulgazione degli aspetti filosofici e di condotta e meditazione. Man mano che mi addentravo nello studio dello Yoga la prima cosa che ho realizzato è che si tratta di una delle scienze mentali più raffinate e precise. Il secondo sutra di Patanjali lo afferma senza equivoci: yoga chitta vritti nirodhah (lo yoga è la cessazione delle perturbazioni della mente). E ciò che ogni giorno sperimento continuando a studiare e praticare è che seguendo le regole, le pratiche e il sentiero illustrato da Patanjali, si distruggono via via in noi molte cause di sofferenza, ansia, e preoccupazioni, si entra in contatto con una sorgente di gioia che tutti abbiamo dentro e che ci rende più forti, meno fragili e dipendenti dalle oscillazioni del mondo esterno, anzi, il mondo esterno cambia colore e inizi ad accorgerti di quanta bellezza, poesia, magia, perfezione esiste già intorno a noi».
Il mio spirito da giornalista rimarrà sempre una parte fondamentale del mio essere, quindi non mi trattengo da fare a Daniela delle domande molto retoriche. Le sue risposte sono, tuttavia, così degne di significato che non posso non scriverle qui, per metterle a disposizione di tutti.
Cosa fai oggi?, le chiedo.
Mi godo la vita ricercando e selezionando attività, scelte, amicizie, esperienze in allineamento al mio purpose che è “Lokah Samastah Sukhino Bhavantu” (che tutti gli esseri viventi possano essere felici e liberi, e che ogni mio pensiero, parola o azione possa contribuire alla felicità e alla libertà di tutti). Porto la scienza della felicità nei miei corsi di yoga e lo yoga nei percorsi di sviluppo organizzativo, perché le forme sono diverse ma la verità è UNA.
Un consiglio, per me e per chi inizia ad approcciarsi a questo nuovo, splendido mondo.
Non fermarsi mai alla prima lezione, al primo insegnante incontrato.. fare almeno 3 o 4 esperienze di Yoga diverse perché tra queste c’è sicuramente quella che fa vibrare la nota del cuore e quando la si sente.. tutto viene da sé.
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