Perchè fare yoga a piedi nudi (anche se fa freddo e mi vergogno)

Non ho mai litigato particolarmente con i miei piedi, devo essere onesta. Sono sempre stata dell’idea che i miei piedi fossero in splendida forma: niente melluce sproporzionato, nessuna micosi sulle unghie, nessun salsicciotto al posto del mignolo. Insomma, tutto nella norma. Sì, qualche amica, quando andiamo in piscina, mi dice che ho i piedi a papera, che si spiaccicano sulle mattonelle del bordo come le calamite al frigorifero e alla fine fanno un po’ ridere, ma – dopodiché, dopo qualche risata e qualche foto sfottò sui social network – posso dire tranquillamente che amo i miei piedi, senza dubbi.
Non ho mai provato imbarazzo per loro, neppure quando – costretta a togliermi i calzini in mezzo agli altri – mi accorgevo i avere quei rotolini di lanuggine e sudore appallottolati nei solchi, tra un dito e l’altro – avete presente no? Penso di sì: credo che capiti a tutti di avere i rotolini di lanuggine tra un dito del piede e l’altro, almeno una volta nella vita.
Cosicché non ho mai neanche avuto problemi a camminare a piedi nudi. Neppure in India, dove – chi c’è stato lo sa – la sporcizia è una costante. Anche nei templi, dove si può entrare solo ed esclusivamente a piedi nudi e dove, a causa del cibo portato in dono agli dei, mosche e vespe la fanno da padrone e lì, i piedi che si appiccicano alle mattonelle come ventose al frigorifero, ci sono per davvero (mica come dicono le mie amiche).
Non ho mai pensato che i piedi potessero essere visti come un problema o una minaccia, due mostriciattoli da nascondere dentro calzini spessi e scarpe scudo ancora più corazzate.

Finché non ho iniziato a insegnare yoga e, prestando molta attenzione a chi viene a lezione, mi sono accorta che abbandonare il calzino nello spogliatoio e un po’ come smettere di mangiare la nutella quando sei a dieta: praticamente impossibile. Il calzino diventa un compagno di pratica inseparabile, ancora più importante di avere un buon tappetino. Forse con il calzino ci si sente più sicuri, forse si ha freddo, forse l’unghia dell’alluce ha lo smalto saltato e allora fa brutto metterla in mostra così, en plein air. Facciamo la prossima volta, quando lo smalto è dato per bene. Intanto oggi il calzino me lo tengo. E poi magari anche domani. E poi si vedrà, nella bella stagione (che qui in Piemonte, ai piedi delle Alpi, si riduce a un paio di mesi l’anno).

I piedi sono una parte del corpo FONDAMENTALE. E non mi stancherò mai di ripeterlo a lezione: «Senti il contatto dei tuoi piedi a terra».
Ci siamo completamente dimenticati dei nostri piedi, spesso non sappiamo neppure cosa significa camminare a piedi nudi, sulla terra vera, quella che sporca le dita, le unghie e che penetra nei dermatoglifi. E, soprattutto, non sappiamo come può essere liberatorio, incredibilmente appassionato, irriducibilmente emozionante toccare la terra con i piedi.
I piedi identificano il modo in cui ci muoviamo nello spazio, sono quegli strumenti che usiamo per fare una cosa importante: camminare, andare avanti. Ogni passo ci collega con l’energia della Madre Terra e risveglia i nostri istinti primordiali. E rappresenta la nostra posizione nel mondo. Si tratta della chiave simbolica dei nostri sostegni “relazionali”, il che spiega l’importanza del rito del lavacro dei piedi in tutte le tradizioni. Esso purificava la relazione dell’uomo con il mondo, con il “divino”. Papa Francesco ha recentemente sconvolto molte persone quando ha lavato i piedi degli sconosciuti.

Un antico testo di medicina cinese, il Nei Ching, afferma che le persone malate respirano dalle spalle, quelle normali con il petto, le persone sane respirano con l’addome, ma quelle sagge respirano con i piedi. Ho sempre pensato si trattasse di una metafora finché ho provato sulla mia pelle una scarica di energia partire dai piedi e raggiungere ogni parte del corpo, anche periferica. Ciò non significa necessariamente che sia una persona saggia (c’è davvero ancora tanto, ma tanto da imparare) – ma che ‘respirare’ e sentire l’energia attraverso i piedi è possibile.

yoga-piedi

Che lo si voglia o no, i piedi sono fondamentali nella nostra vita e, non solo perchè ci permettono di assorbire l’energia della Madre Terra, ma anche perchè solo ben radicati a terra saremo in grado di estenderci verso l’alto, di intraprendere e di ambire a un miglioramento, all’evoluzione della nostra condizione (che poi è un po’ l’obiettivo dello yoga).
Nello Yoga i piedi sono radicamento, sono le nostre solide fondamenta, le nostre radici. Un po’ come quelle di una costruzione. Avete mai visto un grattacielo senza solide fondamenta a terra? Anche in natura, nessun albero può estendersi verso il cielo senza avere un insieme di radici che si estendono per una superficie maggiore o uguale alla chioma. Quello che c’è sopra c’è sotto. E allora perchè noi dovremo essere diversi?

I piedi sostengono il nostro corpo. Questo significa che se la nostra base (i nostri piedi) è inclinata o collassata, anche il nostro corpo lo sarà, mostrando un forte disallineamento. I piedi sono come un libro aperto e ci raccontano una storia: la nostra storia. Giusto così, per fare qualche esempio…
….nelle persone che hanno i piedi piatti (alias piedi a papera per gli amici – come i miei) la mancanza di supporto dell’arco fa sì che l’osso interno della caviglia (la base della tibia) crolli verso l’interno. Una volta che la caviglia interna scende, anche l’inguine interno nella parte superiore della gamba interna spesso crolla. A sua volta, la debolezza dell’interno delle cosce lascia la parte bassa della schiena vulnerabile alla compressione. Con conseguenti dolori ai lombi.
A livello più sottile, le malattie dei piedi esprimono le tensioni che proviamo rispetto alle posizioni assunte nei riguardi del mondo. Di qualcuno che non è tranquillo, che ha paura o che non osa affermare le proprie opinioni o le sue posizioni, non diciamo forse che “sta sulle spine”? O più semplicemente, di qualcuno che fa uno sbaglio danneggiando se stesso, che “si dà la zappa sui piedi”‘ Infine, di qualcuno che non sa quale atteggiamento prendere in una data situazione (relazionale), non diciamo che “tiene il piede in due staffe”?. Quando la tensione si manifesta nel piede destro è ricollegabile allo Yin (madre o lato femminile) e quando invece si presenta nel piede sinistro è in relazione con lo Yang (padre o lato maschile).

Nello Yoga il piede è fondamentale per stabilire la stabilità e puoi osservarlo con attenzione soprattutto nelle posizioni di equilibrio. Dovrai radicare bene il piede a terra, aprire bene le dita e lasciare che si appiccichino letteralmente al tappetino per poter mantenere una posizione come Natarajasana o Vrksasana per diverso tempo, senza cadere. All’inizio sentirai la caviglia tremare e sentirai anche dolore, ma col tempo riuscirai a trovare la tua stabilità e i dolori saranno solo un vecchio ricordo. E non solo i dolori alla caviglia, ma anche a livello del ginocchio, del bacino e della schiena.
Siamo tutti collegati. In Occidente abbiamo cominciato a credere di essere entità separate, fatte di pezzi. Ma la realtà è che gli studi olistici ci dicono che non è esattamente così.

Quando una persona viene a lezione a mi chiede cosa deve fare per risolvere la sua lombalgia, ad esempio…ciò che gli dico è… ‘beh, lavora su tutto il corpo, non sei mica una macchina’. Certo, ci sono asana più adatti e altri da eseguire con parsimonia, ma non posso certamente dirgli di rivolgere le sue attenzioni solo in quel punto. Spesso, se abbiamo male alla schiena è anche perchè posizioniamo male i nostri piedi!

Come fare per curare i nostri piedi?

Cominciamo con il toglierci i calzini quando veniamo a yoga (oppure anche per camminare a casa). E poi amiamoli. So che può essere un processo difficile per alcuni amare i propri piedi.
Eppure siamo in grado di amare altri esseri umani anche per molto molto tempo. E questa è un’operazione decisamente più difficile che amare i nostri piedi 🙂

Namaste

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