Astavakrasana, la posizione degli 8 angoli

Astavakrasana, la posizione degli 8 angoli: consigli ed esercizi per aumentare forza e flessibilità e per praticarla al meglio.

Astavakrasana, la posizione degli 8 angoli è una delle più sfidanti dello yoga perchè mette insieme flessibilità, stabilità, forza ed equilibrio. E’ una posizione in cui vi sentirete messi alla prova e forse vi verrà da chiedervi che strada avete fatto per arrivare fino a lì e quella che dovete ancora fare. Astavakrasana è questione di forza e flessibilità, ma anche di intuito perchè ogni parte del corpo – 8 angoli nella fattispecie – ha un suo esatto punto in cui stare. E’ sufficiente avere le mani troppo vicine alle anche o troppo lontane per perdere l’equilibrio e collassare a terra. A volte, davvero, è solo questione di centimetri.

Astavakrasana è una posa che ho cominciato a sperimentare circa dopo un anno e mezzo di pratica assidua, quando ho sentito che il mio corpo era potenzialmente pronto e le mie anche non erano più come il guscio duro di una cozza. Quando, invece che una cozza, mi sentivo un po’ più come un’alga, e comunque non prima di almeno mezz’ora di allungamenti, tra flessori dell’anca e bicipiti femorali, con tanto di svariati cani a faccia in giù e cahaturanga.

Astavakrasana, la posizione degli 8 angoli è eccezionale perchè ti porta sull’orlo del precipizio, in bilico su un filo teso. Tu sei lì, ci cammini sopra: puoi stare in equilibrio, governando il tuo corpo, oppure cadere, indietro o in avanti. Ma è proprio su quel bilico che sperimentiamo la presenza, l’attenzione e quell’attimo di sospensione dove possiamo essere finalmente e, semplicemente noi.
E anche se alla fine non riusciremmo a piegarci in avanti, a distendere le gambe, o cadremo miseramente accasciandoci sulle nostre stesse braccia, sarà andata bene comunque. Perchè avremo sperimentato il nostro viaggio che è unico, come unici siamo noi.

Astavakrasana, la posizione degli 8 angoli ha un significato molto bello nell’ideologia yogica. E’ dedicata ad Astavakra, un saggio nato con un corpo storpio, piegato appunto in 8 posti. Nonostante le sue deformità, sin da bambino, l’uomo aveva dimostrato di essere intellettualmente molto dotato, tanto da nutrire il desiderio di poter raggiungere la corte del re Janaka, dove si incontravano gli intellettuali e i filosofi per discutere di cose importanti. Quando un giorno, finalmente, Astavakra riuscì a raggiungere la corte del re, tutti lo derisero per la conformazione del suo corpo. Queste risate si trasformarono in curiosità quando apparve che anche il ragazzo cominciò a ridere. Re Janaka si avvicinò ad Astavakra e gli disse: «Chi sei tu? E perché ridi?»

Astavakra rispose: «In realtà, non sto ridendo. Sto piangendo perché nonostante la mia grave deformità ho camminato per trenta giorni per parlare con voi. Ho sentito che la vostra corte era piena di uomini colti e sono rimasto deluso». Il Re Janaka allora rispose: «Non vedi uomini colti qui?» – «No – disse Astavakra – vedo solo calzolai; uomini che vedono solo la pelle di una persona e che mi giudicano in base a questa misura superficiale. Il mio viaggio è stato una perdita di tempo». Sentendo questo, gli uomini di corte, Janaka compreso, si sentirono profondamente a disagio, realizzando la verità delle parole del ragazzo. Re Janaka si inginocchiò davanti a lui, si lavò i piedi e chiese perdono. Naturalmente Astavakra fu poi benedetto e ‘guarito’ dalle sue deformità.

Astavakrasana, la posizione degli 8 angoli: esercizi

Questa posizione prevede che abbiate anche e bacino flessibili, oltre ad aver attivato molto bene i muscoli delle spalle e del core.

Anche
Preparate le anche con cura attraverso movimenti lenti e senza aver fretta di distendere subito i flessori o i bicipiti femorali. Partite da alcuni movimenti di bassa marea, intra ruotando ed extra ruotando le gambe. Partite da una posizione seduta, ginocchia piegate e piedi al tappetino davanti a voi e lasciate cadere le ginocchia prima a sinistra e poi a destra per allentare i vostri flessori. Usate la posizione del piccione per creare spazio nelle anche e allungare il piriforme. Usate, invece, posizioni come Uttanasana o il cane a tre zampe per allungare i bicipiti femorali. Queste posizioni, in particolare, vi saranno molto utili per poter distendere le gambe nella posizione di Astavakrasana.

Forza nelle spalle e nel core
Utilizzate posizioni come il cane a faccia in giù, la panca – Vasisthasana – e chaturanga per attivare la muscolatura addominale e delle spalle. Ottima anche la panca laterale. Queste posizioni, in particolare, rinvigoriscono la fascia addominale, fondamentale nel momento in cui dovrete sollevare le natiche da terra, tenervi in equilibrio e sbilanciare il peso del vostro corpo in avanti.

Astavakrasana, la posizione degli 8 angoli: come fare

1. Parti dalla posizione seduta a gambe distese. Se sei particolarmente flessibile puoi partire anche dalla posizione a gambe incrociate.

2. Piega la gamba destra, afferra il ginocchio e fallo ruotare prima verso il centro (intraruota) e poi verso l’esterno, spingendolo leggermente verso il pavimento (extraruota). In Odaka Yoga chiamiamo questo movimento di bassa marea. Afferra la tibia e trazionala a te. Immagina di avere un bimbo tra le mani e culla la tua gamba, da destra a sinistra. E’ un movimento che parte dall’anca.

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Astavakrasana, la posizione degli 8 angoli

3. Quando senti le anche abbastanza flessibili, aggancia la gamba destra alla spalla destra, piega il ginocchio e stringi. Immagina, con la chiusura del ginocchio, di dover strizzare completamente il tuo braccio. Le tue mani sono appoggiate a terra, ai lati del bacino e leggermente in avanti.

4. Solleva la gamba sinistra e aggancia la caviglia sinistra sopra quella destra: fai in modo che i piedi si incastrino bene l’uno all’altro. Ora distendi le gambe verso l’alto. E’ importante che le gambe si distendano verso l’alto seguendo la direzione in cui si trovano in questo momento. Non cercare di distenderle verso destra anche se dalla posa finale ti può sembrare che le gambe si distendano lateralmente. In realtà quello è l’effetto della torsione che, però, avviene a livello addominale. Un po’ come in Parsva Bakasana, il corvo laterale.

5. Ora spingi bene le mani sul tappetino e leggermente all’esterno, attiva il core e solleva le natiche da terra. Questa è già una posizione molto impegnativa. La spinta delle mani e l’attivazione addominale ti permettono di creare spazio e di averne abbastanza per sollevare le natiche dal pavimento.

6. Lentamente sposta il peso in avanti, senza dimenticare di stringere le cosce attorno al braccio destro. Piega i gomiti e porta le spalle in avanti, facendo in modo che la gamba destra si sorregga proprio sopra il tricipite del braccio destro.

7. Bilancia e trova il tuo equilibrio. Fondamentale è la posizione delle mani che non deve essere né troppo vicina né troppo lontana dal bacino. Se le mani sono troppo vicine, quando sposti il peso in avanti, rischi di sbilanciarti troppo e quindi di cadere col muso a terra. Se sono troppo lontane dal bacino non ti permettono di poter scaricare il peso a terra per sollevare le natiche dal tappetino.

8. Tieni la posizione fino a quando il tuo corpo te lo consente e poi cambia lato.

Più avrai le anche flessibili, più riuscirai a portare la gamba sopra la spalla e più riuscirai a bilanciare meglio il peso.

Si tratta di dettagli. Anche se l’unico dettaglio veramente importante sei tu. E anche se ora questa posizione non ti viene, è quello che sei. E va bene così 🙂

Namastè 🙂

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