Le posizioni yoga, sono chiamate Asana. In sanscrito la radice significa «rimanere».
Il significato originale delle asana è quindi una posizione che il praticante è capace di mantenere nell’immobilità per un tempo stabilito.
Il tempo minimo affinché un’Asana possa agire attivando un particolare centro focalizzante (Chakra) è di 3 minuti.
Nello yoga non è mai possibile separare l’esercizio fisico da quello spirituale. Ogni posizione è sempre associata alla concentrazione (Dharana) e alla meditazione (Dhyana).
Le Asana hanno forme molto inusuali e mettono quindi il praticante in grado di provare diversità, l’opposto, addirittura l’assurdo. Durante il mantenimento delle posizioni viene trasferita in noi la forza e l’energia del simbolo che ognuna di esse porta.
Le Asana possono risvegliare quella forza latente in noi che, secondo la filosofia indiana è chiamata Kundalini, l’energia evolutiva addormentata espressa nella forma di un serpente addormentato intorno allo Svayambhu, il fallo di Shiva.
Grazie alla pratica dello yoga, Kundalini può essere risvegliata e fatta salire lungo Sushumma, il grande canale che attraversa la colonna vertebrale, perforando tutti i Raja Chakra.
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Le posizioni yoga vanno sempre eseguite con lentezza: l’importante non è la meta (la posizione finale), ma il viaggio che viene compiuto per raggiungerla, oltre al suo successivo mantenimento.
Quando praticate yoga iniziate sempre a eseguire l’esercizio dal lato che sentite più rigido e più debole perché dev’essere proprio questo lato a dettare i tempi di mantenimento.
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Namastè!
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