Mollo tutto e faccio yoga: Simone e i tappetini in periferia

«Vorrei uno yoga accessibile a tutti, operai, manager, impiegati, casalinghe e fruttivendoli. Uno yoga che si macchi di fango e di fatica. Uno yoga che non costi una fortuna, ma che sia della consapevolezza».

Simone è un’insegnante di Kundalini Yoga. Lo incontro a Roma, in un quartiere che ai più può sembrare solo un agglomerato di edifici grigi e spenti, ma che per Simone ha – invece – fatto la differenza: la Magliana. «E’ una borgata storica – mi dice -. Di notte, se tendi bene l’orecchio, puoi sentire lo scorrere del Tevere». Alla Magliana Simone c’è cresciuto, tra vecchietti che giocano a carte sul muretto della piazza e bambini che corrono in strada, lanciandosi palloni più forte di Mark Lenders. E qui, in un’atmosfera che profuma di spezie e vede culture dai diversi colori tingersi e mischiarsi insieme, ha fondato la sua associazione Insensinverso, dove insegna Kundalini Yoga. A tutti.

«Sì, mi piace insegnare yoga a chi non ha la possibilità di pagare prezzi esorbitanti per un corso. Lo yoga deve essere praticato nelle borgate di periferia, in mezzo
ai palazzoni, tra lo smog e il cemento. Vorrei uno yoga che si macchi di fango e fatica. E credo che il Kundalini si presti bene a questo scopo, è lo yoga della consapevolezza e tutti, nessuno escluso, abbiamo bisogno di consapevolezza».

Prima dello yoga Simone ha fatto un po’ di tutto. Mentre lo ascolto rivedo pezzi della mia vita scorrermi di fronte, come un album delle fotografie, intriso di nostalgia e di profumi che ti riportano indietro nel tempo. A volte ti fanno sorridere, alle volte un po’ meno. Ma è di quelle cose che sei fatto e alla fine le devi anche ringraziare per come ti han permesso di venire su. Sì, magari un po’ storto, ma che noia sarebbe a esser sempre perfetti. Simone ha lavorato coi bambini. Mi dice che è un bel lavoro, «ti aiuta a non dimenticare il fanciullo che è in te, quello che ti fa ridere delle piccole cose e ti costringe a stupirti e a guardare il mondo sempre con gli occhi della meraviglia».

«Ho lavorato a lungo anche con i disabili, quelli fuori di testa, quelli che urlano negli autobus e tutti i passeggeri si spostano, quelli che mordono e quelli che ridono. Con loro ho imparato ad osservare le cose da una diversa prospettiva, spostata un po’ più in là rispetto alla linea comune».

E poi, come è capitato a tutti, di questi tempi, s’è anche un po’ arrangiato. Un po’ di lavoretti qua e là. Perchè per noi nati negli anni ’80 -’90, le cose non è che sono tanto facili oggi. E allora ti ritrovi pure a timbrare pacchi e compilare pile di scartoffie, a spillare birre fino alle quattro di notte e a raccontare di avventori e di bevitori incalliti fino all’alba. «Sono stato anche un peluche gigante, davo i cioccolatini nei centri commerciali vestito da pinguino o da Shrek, lì ho sudato, e tanto».

Simone è pure uno scrittore, è sarà anche questo uno dei motivi che mi hanno spinto a rispecchiarmi nella sua storia. Sulla sua pagina Facebook ‘Riflessioni di un giovane yogi attratto dal Lato Oscuro della Forza’ potete trovare dei contenuti davvero interessanti. «Ogni cosa che ho fatto mi ha portato qui, a insegnare yoga. Anche a me è capitato di passare mattinate intere davanti a un computer, gli occhi rossi e una leggera nausea persistente. Anche qui ho appreso molto, vedendo e vivendo la vita di chi tutte le mattine si sveglia per andare a fare un lavoro che non ha voglia di fare. Quando mi hanno proposto di aumentare le ore del contratto e trasformare in un full time il tutto, ho rifiutato. Credo sia importante lavorare per vivere e non vivere per lavorare».

simone-sestieri-yoga

E poi è arrivato lo yoga, un po’ come un’illuminazione sulla strada di Damasco, qualcosa che cominci per caso, ma che poi cambia completamente la tua vita. «Nel Kundalini yoga si porta avanti la stessa tecnica per quaranta giorni, se ti fermi al trentanovesimo ricominci da capo, è una questione di disciplina e di sradicamento delle vecchie abitudini. In quaranta giorni piantiamo un seme che poi può germogliare o appassire, sta a te vedere dove ti porta. Io di semi in questi anni di pratica ne ho piantati a bizzeffe, alcuni non sono mai nati, altri mi hanno cambiato radicalmente. Io ho cercato lo yoga e lo yoga ha cercato me. È stato amore. E come in tutte le storie abbiamo avuto momenti di crisi ed esplosioni di tenerezza. Il cambiamento che apporta lo yoga nella tua vita è assoluto, totale, è davvero un atto d’amore. Senti il corpo che muta, che diventa più elastico e ti ritrovi ad avere più resistenza e più grazia. Contemporaneamente inizi a porti domande e a vivere in maniera diversa. Non migliore e non peggiore, solo diversa. Tendi a giudicare di meno, a non stare sempre col muso, ad essere felice. Praticare yoga significa portare gli insegnamenti dei maestri nella vita di tutti i giorni, e questo a mio avviso non vuol dire tenere la posizione perfetta e lavorare solo sul corpo per poter poi fare la foto su Instagram, significa invece liberarsi dalle armature che la nostra mente e la nostra società ci impongono, uscire dalla gabbia. È un lavoro tosto e più vai avanti più diventa difficile».

Lo yoga cambia molte cose. E’ un processo lento e costante che non percepisci coi sensi. Si svolge silenziosamente e inconsapevolmente dentro di te, quasi non te ne accorgi. Te ne accorgi solo se guardi indietro a quello che eri, uno, due o tre anni prima. Cambiano le abitudini alimentari, cambia il timbro della voce, il modo di approcciarsi al prossimo, e la concezione del tempo. Tempo che diventa sempre più importante e necessità di essere vissuto con qualità e coscienza.

Lo yoga mi ha insegnato ad arrivare fino in fondo.

«A lasciar scorrere, a combattere fino all’ultimo, a non giudicare, a non avere preconcetti, a guardarmi dentro, a respirare, a sentire che c’è qualcosa di più oltre la realtà che viviamo, qualcosa di più sottile; a vivere ora, senza pensare al futuro e senza rammarichi per il passato. Se sono arrivato qui lo devo allo yoga».

Lo stile di yoga di Simone è il Kundalini. Come vi ho spiegato in questo articolo di stili ne esistono molti. La scelta è molto personale e varia a seconda delle vostre necessità. Se siete indecisi vi consiglio di farvi un’infarinatura, ma di lasciarvi comunque guidare dall’istinto. «Nel Kundalini, da quel che ho imparato, non ci si prende molto sul serio, fondamentalmente si gioca. Ma con disciplina. Ecco, a me mancava totalmente il concetto di disciplina, sono sempre stato abituato a vedere la disciplina come un qualcosa di negativo. Fondamentalmente sono un anarchico. Eppure la disciplina com’è intesa nello yoga mi affascina. È come un film di Tarantino, non vengono rispettate le regole cinematografiche di base, ma questo può essere fatto solo perché Tarantino le conosce, queste regole. Se conosci le regole puoi andare oltre le regole. E poi, quel che mi piace di questa forma di yoga, è quel che ti lascia dopo la pratica. È un viaggio interiore, un crescendo strutturato dall’inizio, da quando ti siedi in posizione facile e cominci a respirare consapevolmente, fino ad arrivare alla fine, a quando reciti il Sat Nam di chiusura. È davvero un bellissimo viaggio che ti lascia una sensazione unica, indescrivibile, uno scorrere di energie senza paragoni».

Un consiglio a chi muove i primi passi nel mondo dello yoga
«Lasciatevi andare, non giudicatevi, lavorate ad occhi chiusi, la concentrazione nel punto tra le sopracciglia, non sguinzagliate l’ego, fate quel che potete, senza sforzarvi, senza dover arrivare a tutti i costi a toccare le dita dei piedi, sarà la posizione ad adattarsi a voi e non viceversa. Siate felici e praticate col sorriso».

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Namastè 🙂

5 risposte a “Mollo tutto e faccio yoga: Simone e i tappetini in periferia”

  1. […] Simone e lo yoga per tutti: in periferia >> […]

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  2. Mi rispecchia molto. Anche a me lo yoga ha cambiato la vita. Anzi… La cambia ogni giorno di più. Proprio oggi ho dato le mie dimissioni da agente assicurativo e questo post sono convinta di non averlo trovato per caso. Grazie, mi ha dato la conferma che sono sulla strada giusta.

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  3. Bellissimo Articolo!!!!

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  4. Avatar Valentina Ricca
    Valentina Ricca

    Ciao Valentina! Mi piace molto questa rubrica e ogni volta quello che leggo tocca qualcosa di profondo dentro me. Oggi mi hanno emozionato le parole di Simone, ho riconosciuto tante sensazioni che sento nascere in me da quando lo Yoga è entrato nella mia vita!

    Grazie, namastè 🌺

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    1. Grazie Valentina. Sono molto felice. Lo scopo è questo, condividere in modo che faccia da cassa di risonanza. Il mondo ci ha tolto molto e dobbiamo ricominciare da noi.
      Namaste

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