Varanasi, la città sacra dell’India

Varanasi è, senza dubbio, una delle mete che vale la pena vedere almeno una volta nella vita.
Una città dai mille colori, frenetica e chiassosa dove è possibile immergersi nel folklore più autentico dell’India del Nord.
Il profumo della sua sacralità si può sentire ovunque, camminando tra i suoi vicoli stretti e antichi, che si gettano nel fiume più sacro al mondo: il Gange.


Nel nostro viaggio ci addentreremo a visitare i templi più famosi, ma anche quelli più nascosti. Viaggeremo a bordo di una piccola canoa, sulle acque del fiume, all’alba, facendoci inebriare dal sole che, ogni giorno, nasce a Est. Assisteremo ai rituali e alle abluzioni della routine indiana, diventandone anche protagonisti, se lo vogliamo.
Varanasi, probabilmente, è la città che più di tutte vi rimarrà nel Cuore. Potrete amarla oppure detestarla al primo sguardo, ma vi sarà impossibile esserne indifferenti. Forse non saprete neppure perchè provate alcuni sentimenti per questa città. Ma l’India è così, come dice Tiziano Terzani in una sua frase celebre: “Non si sa esattamente perchè la si ama. Eppure, una volta incontrata, non se ne può fare a meno”.

Varanasi è una delle città più antiche dell’India e, secondo la cosmologia indù, è considerata “il centro della terra”. La spiritualità corre in tutta l’India: non si può andare da nessuna parte senza accorgersene. Dai cruscotti dei risciò, alle persone, ai loro vestiti e i loro volti è davvero inevitabile. E Varanasi è il culmine indù di questa spiritualità. Varanasi è vista come il luogo dove morire con le sue offerte Moksha, “la liberazione dal ciclo di nascita e morte”.

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Ogni giorno all’alba, gli induisti, dai diversi ghats compiono le abluzioni e molti turisti sono attratti da queste cerimonie e spesso vi assistono da una barca che risale il fiume.
Secondo gli induisti il Gange fiume sacro, è l’unico posto della terra in cui gli dei permettono agli uomini di sfuggire al Samsara, un perpetuo ciclo di vita, morte e rinascita, da cui ogni anima è imprigionata. La morte è solo un anello della catena. Per questo motivo da secoli milioni di induisti vengono a morire a Varanasi o a far spargere le proprie ceneri.
A Varanasi le pire per la cremazione ardono tutti i giorni e a tutte le ore, ed ogni sera al tramonto, i brahmini danzano tenendo in mano delle sculture di luce, mentre le centinaia di persone che assistono, da terra e dal fiume, affidano alla “madre Ganga” delle fiammelle che rappresentano i propri sogni. Più lontano la corrente porterà la propria fiammella, tanta più prosperità si avrà.

Passeggiare lungo i ghats è un’esperienza unica, qui puoi osservare indiani che pregano, bimbi che giocano nell’acqua, mucche che si riposano sugli scalini, persone che fanno yoga, mendicanti in cerca di soldi, i famosi Sadhu, indiani che meditano sulle rive del fiume e accanto alla vita che si celebra, ci sono i Ghat dove vengono cremati i corpi dei defunti.
Questo rende Varanasi un luogo speciale, un luogo che colpisce, dove la vita e la morte si intrecciano ad ogni passo, dove tutto sembra in sospensione.

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