Primo chakra: come risvegliare, sbloccare e guarire il primo chakra, detto anche chakra della radice o Muladhara
Valentina Ferrero @yogavaly
Il primo chakra, chiamato in sanscrito Muladhara, si trova alla base della nostra colonna vertebrale, tra l’ano e i genitali e rappresenta il nostro contatto più diretto con la Terra e con le fondamenta. Il suo colore è il rosso, mentre l’animale a questo chakra associato è l’elefante, simbolo di stabilità, benessere e forza interiore.
Il primo chakra rappresenta le nostre fondamenta, il nostro radicamento con la Terra e il nostro diritto di esistere in quanto esseri umani fisici, con esigenze fisiche di sopravvivenza.
Non guardate, in questo contesto, al termine ‘sopravvivenza’ come a un qualcosa di negativo. Siamo spesso abituati a considerare una persona che ‘sopravvive’ con qualcuno che non si sta realmente assaporando e godendo la vita, ma sopravvivere, nel contesto del primo chakra, significa sapersi reggere in piedi con le proprie forze, nel rispetto del proprio diritto di esistere e di vivere una vita dignitosa. Quando abbiamo un primo chakra bloccato, siamo perseguitati da problemi di sopravvivenza legati alla salute, all’abitazione, al denaro, ai soldi. E siamo sempre in uno stato di allerta iperstimolata. Per quanti sforzi facciamo, ci pare sempre che le nostre fondamenta e la nostra sopravvivenza siano minacciati.
Il primo chakra è collegato alla coscienza fisica, ovvero alla capacità di sentire il proprio corpo nello spazio e nel tempo e la capacità di dirigere l’energia verso il basso, per il radicamento. Molto spesso chi si avvicina a pratiche come lo yoga tende ad avere un’energia molto superiore, incanalata principalmente verso l’alto, verso i chakra superiori della comunicazione (5° chakra) e della conoscenza (6° chakra), lasciando da parte quelli inferiori come il primo chakra. La verità è che non può esserci pensiero consapevole e coscienza consapevole senza la giusta percezione fisica e il giusto radicamento. Fare veramente esperienza della vitalità del nostro corpo significa sperimentare uno stato profondamente spirituale, raggiunto accettando le nostre tendenze naturali più che negandole attraverso pratiche ascetiche. Radicarsi, mettere radici, significa sentirsi presenti nel qui e ora, stabili e, pertanto, sicuri di noi stessi.
Primo chakra, come guarire il chakra della radice
Possiamo avere sia carenze che eccessi nel primo chakra. E molti di questi segnali ce li dà direttamente il nostro corpo, il nostro tempio fisico.
Chi presenta una carenza nel primo chakra avrà la scarsa tendenza a mettere radici e costruire le proprie fondamenta, avrà problemi con il cibo (prima fonte di sopravvivenza) e, in particolare, sarà sottopeso. Potrà avere scarsa capacità di concentrazione e disciplina, difficoltà finanziarie e disorganizzazione cronica. Chi ha un eccesso di energia nel primo chakra, presenterà un corpo obeso, una tendenza all’accaparramento (soprattutto di beni materiali), trascuratezza, pigrizia, timore dei cambiamenti e dipendenza dalla sicurezza.
Per sbloccare l’energia o risvegliarla bisogna riappropriarsi della propria coscienza fisica. Come? Creando un rapporto più diretto con il proprio corpo. Insomma, prendersi cura del proprio aspetto fisico. E’ importante, al giorno d’oggi, fare pace con il proprio diritto di esistere. Il che non significa eccedere nel corpo se si è carenti o eliminarlo completamente se si è in eccesso. Ma trovare il giusto equilibrio.
Cominciate con lo yoga se non lo avete già fatto. Vi aiuterà a prendere contatto con il vostro corpo, a rendervi conto di come siete costituiti. Lavorate soprattutto con i piedi, in posizione eretta per sentire il radicamento e spingete i vostri piedi verso il basso. Sentirete come questa spinta permette di spingere l’energia attraverso le gambe e i piedi, facendovi sentire più presenti, più sicuri, aumentando la percezione delle vostre fondamenta fisiche ed emotive.
Fatevi fare dei massaggi.
Asana primo chakra
Le asana che più agiscono sul primo chakra sono quelle che prevedono un massiccio utilizzo dei piedi e delle gambe, favorendo il radicamento e la stabilità del corpo. Sono ottimi i guerrieri, oppure posizioni come Malasana o Prasarita Padottanasana che favoriscono sia il radicamento che la connessione con la Madre Terra.
Namaste
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